Se domani lasciassi la Germania dopo 8 anni, questa sarebbe la mia lettera di addio 🙂

Molto spesso solo nel momento in cui davvero si parte, ci
si ferma a guardare indietro e si riconoscono tutte le cose che ci hanno
segnato di un periodo all’estero, e che per sempre saranno parte di
noi.
Un po’ come in occasione dell’ultimo dell’anno, si tirano le somme e si fa un bilancio di come è andata.
In questi giorni mi sono ritrovata a immaginare la mia lettera di addio a
questo Paese, che mi ha vista crescere dai miei 25 ai 33 anni.
E cosi’ eccola qua!

Cara Germania,

dopo 8 anni, 3 città e centinaia di volti incontrati… è
arrivato il momento di dirsi addio (o arrivederci, chi lo sa). Guardo a
questa esperienza, a come ero quando sono arrivata e a chi sono
diventata.
Molti …molti… moooolti mi guardano e mi chiedono “ma cosa ci fai in
Germania?”, pensando solo ai lati meno sexy del Paese. Oppure pensando
che io sia qui solo per avere uno stipendio migliore. E allora mi fermo e
rispondo a questa perenne domanda.
Ecco cosa mi ha resa felice di te:

#1 – La fiducia che percepisco. In tanti,
tantissimi aspetti, questa fiducia pervade il sistema. Dall’ingresso in
metropolitana senza controlli, all’ingresso in azienda senza bollare,
alle numerose volte in cui ho visto restituire zaini e portafogli
smarriti, al fatto che non si debba costantemente dimostrare di non aver
fatto qualcosa in cattiva fede. La fiducia in Germania si può solo
perdere, e questo scalda il cuore.

#2- La discrezione. Arrivando da un posto
sicuramente piĂą animato e ricco di scambi, ho imparato qui ad amare la
discrezione. Meno gossip, nessuna sceneggiata, meno rumore, meno
spiegazioni da dare, meno stress per scelte personali, meno intrusione.
Ossia, piĂą libertĂ  di fare le tue scelte, di essere te stessa, di
vestirti come vuoi, di avere la tua privacy e mantenerla tale. Ahhh, che
gioia e senso di tranquillitĂ .

#3 – Il rispetto e la tolleranza. Esempi
pratici: alcuni tedeschi mangiano la pasta alle 4 del pomeriggio, il
cappuccino dopo pranzo, alcuni vanno a lavoro alle 6.30 del mattino e
poi vanno a casa alle 3, i tedeschi prendono la paternità, e così via.
Certo, ci sono le regole che vanno seguite, ma all’interno di quelle,
non sento nessuna ulteriore pressione sociale di “giusto o sbagliato”. E
poi, gli spazi pubblici sono trattati bene. Sono di tutti, e non “di
nessuno”.

#4 – Le opportunità professionali. Il
terreno è fertile. Questa è una percezione che ho sempre avuto. Se hai
voglia di fare, in Germania, puoi. Ho ricevuto sostegno,
incoraggiamento, opportunitĂ  e fiducia. Ho incontrato gentilezza e
professionalitĂ . Molte persone hanno creduto in me, nonostante le
differenze, potenziando il mio valore. Questo mi ha portato a crescere,
raggiungere dei bei traguardi, guardare piĂą in alto.

#5 – In Germania ho incontrato gli italiani (e altri expat) con il mindset più simile al mio.
A loro non devo spiegare perché sono qui. Lo sanno. Con loro condivido i
pensieri tristi e quelli felici, quelli detti e quelli non detti. Anche
questo scalda il cuore, specialmente in inverno.

#6 – L’offerta culinaria internazionale –
ebbene SI! Visto che la Germania non è proprio famosa per le sue
specialità culinarie… la tolleranza di cui parlavo prima qui si
trasforma in una offerta ricca, diversificata e buona (almeno nelle
grandi cittĂ )! Israeliano, palestinese, indiano, thai, cinese,
giapponese, francese, tapas bar, italiano, portoghese … e potrei andare
avanti. Sono tanti, sono belli, e arricchiscono il palato. Amo il cibo
italiano, ma amo anche questa bellissima varietĂ .   

Il mio passaggio in Germania è stato amore, poi odio, poi
amore-odio, ed è tornato ad essere amore. I valori di questa terra sono
forse meno appariscenti rispetto a quelli di altri Paesi, ma sono solidi
e ti pervadono. Io, di questi 8 lunghi anni, sono molto felice.

E voi, di che cosa siete felici e cosa vi portereste via, dal Vostro nuovo angolo di mondo?